Jornal italiano destaca "fábrica de campeões" do Inter
01/12/2010 - 19:20:56 - por FS & AI Inter
O Internacional foi destaque no site do jornal "Gazzetta Dello Sport", da Itália. Segundo matéria publicada, o Inter é uma "empresa" organizada, com bom ambiente de trabalho e, ainda, constitui-se numa "fábrica de campeões".
O periódico sublinha ainda que o Mundial de Clubes se tornou uma "obsessão" para os colorados no dia seguinte ao bicampeonato da Libertadores. Para chegar à glória em Abu Dhabi, o time de Celso Roth conta, segundo os italianos, com um estilo europeu.
A matéria foi além, afirmando que o Inter é, provavelmente, a equipe mais europeia das brasileiras, sobretudo por ter em seu plantel vários atletas com experiência internacional.
Lei a matéria na íntegra
Gio 02 Dic 2010, 21:05
E’ sfida ai "cugini" dell’Inter
La squadra brasiliana, vincitrice dell'ultima edizione della Libertadores, scalda i motori in vista della competizione che si terrà ad Abu Dhabi dall'8 al 19 dicembre.
D'Alessandro: "Obiettivi, strutture e organizzazione sono di livello europeo, anzi spesso migliori". L'allenatore Roth: "Nerazzurri favoriti, ma..."
Ascolta Mail Stampa 46 commenti OKNotizie badzu Condividi su MySpace! Facebook PORTO ALEGRE (Brasile), 1 dicembre 2010 – Una settimana nel mondo “colorado”, a stretto contatto con giocatori, dirigenti e corpo tecnico, e in giro tra i campi di allenamento, il terreno di gioco, gli spalti e gli spogliatoi del Beira-Rio, la casa dell’Internacional.
Una settimana per conoscere la febbre Mondiale (già alta) dei principali rivali dell’Inter in vista dell’imminente debutto nella competizione. E per scoprire la ricetta che negli ultimi cinque anni ha permesso al club gaúcho di vincere tutto a livello continentale, guadagnandosi l’appellativo di squadra “copera”.
CLUB ALL’AVANGUARDIA — E’ la squadra sudamericana di maggior successo degli ultimi anni (in stretta competizione con gli ecuadoregni della Liga de Quito), e l’abbuffata di trofei internazionali, tra cui spiccano due coppe Libertadores e il Mondiale del 2006 contro il Barcellona, non è frutto del caso, bensì di “una precisa strategia societaria”, spiega il presidente Vitorio Piffero.
“E’ fondamentale avere degli obiettivi definiti, e l’Internacional è strutturato appositamente per trionfare nelle competizioni internazionali”. I giocatori ne sono convinti: la chiave dei successi recenti sta nell’organizzazione societaria, che si riflette in modo più evidente nelle strutture di cui il club dispone.
“Strutture e organizzazione sono di livello europeo. Impressionanti, e direi perfino migliori rispetto a quelle di molti club che ho avuto modo di conoscere in Europa”, sostiene Andrés D’Alessandro (uno che il vecchio continente l’ha bazzicato abbastanza per aver giocato in Germania, Spagna e Inghilterra).
“Il club è cresciuto tanto negli ultimi anni. C’è un ambiente ideale per lavorare sereni, e la squadra ha tutto per diventare ancora più grande”, è convinto il fantasista.
STILE EUROPEO — Tanti i giocatori di esperienza internazionale, quasi tutti con precedenti in Europa. Dagli stranieri D’Alessandro, Guiñazu, Sorondo e Abbondanzieri (che ha già alzato il trofeo due volte), ai brasiliani Tinga, Alecsandro, Kleber, Sobis e Bolívar, il capitano.
E’ anche questo, secondo l’ex allenatore della Seleção e idolo del popolo gaúcho Carlos Dunga, il segreto che consente all’Internacional di non fallire gli obiettivi importanti.
“E’ una squadra tosta, agguerrita, molto competitiva, e che solitamente dà il meglio nelle partite secche, nelle finali”, secondo Dunga, uno che conosce bene l’ambiente “colorado”. Per caratteristiche e stile di gioco, l’Internacional è probabilmente la più europea delle squadre brasiliane.
Compattezza tra i reparti, marcature strette, rapidità nelle verticalizzazioni e nelle ripartenze, e un ritmo di gioco rapido sono i principali connotati dell’undici brasiliano. “La squadra è molto disciplinata.
Il nostro non è solo un jogo bonito, un futebol bailado. A seconda del possesso palla, riusciamo a coniugare creatività e disciplina tattica”, assicura l’allenatore Celso Roth. Ad ogni modo, nel rispetto del DNA brasiliano la vocazione è sempre offensiva. “Non sappiamo aspettare l’avversario, non è nelle nostre caratteristiche.
Cerchiamo sempre di imporre il nostro gioco e mantenere l’iniziativa”, spiega D’Alessandro, uomo chiave nell’economia del gioco gaúcho.
ATTESA FIDUCIOSA — A Porto Alegre il Mondiale è un chiodo fisso da mesi. Esattamente dal 19 agosto, giorno successivo al trionfo in Coppa Libertadores. A farlo capire è proprio Celso Roth. “Da quel giorno la mente è rivolta solo al Mondiale, è un pensiero costante.
Il campionato è servito unicamente da allenamento, e abbiamo potuto far ruotare i giocatori, svolgendo una preparazione fisica specifica”. La fiducia tra i brasiliani (cui tuttavia spetterà la semifinale più difficile se i messicani del Pachuca dovessero superare, come da pronostico, i congolesi del Mazembe) è alta anche perché c’è la convinzione che gli ipotetici rivali in finale, i nerazzurri, non stiano attraversando un gran momento.
“Noi stiamo benissimo, al contrario dell’Inter. Credo stiano pagando l’impegno su due fronti. Campionato e Champions. Squadra che corpo tecnico sono stati messi sotto pressione, e per di più hanno a che fare con alcuni infortuni a uomini importanti.
Ad ogni modo, per la rosa di cui dispone, l’Inter non è una squadra, è una nazionale, e sono sicuramente i favoriti ma, se ci dovessimo scontrare in finale, ce la giocheremmo senza dubbio”, assicura Roth, ricordando non solo il felice precedente del 2006 contro il Barcellona, ma anche l’ultimo precedente tra le due Inter, nel gennaio del 2008 a Dubai.
Allora si trattò semplicemente di un trofeo-esibizione (seppur con un milione di euro in palio per il vincitore), ma vinsero i brasiliani, sfavoriti dal pronostico proprio come tra due settimane negli Emirati.
FABBRICA DI CAMPIONI — Il club alimenta le proprie casse con le cessioni dei giovani talenti scovati e cresciuti. “Formiamo talenti per poi rivenderli. In questo modo riusciamo a investire nelle categorie giovanili e a mantenere il livello della prima squadra sempre competitivo”, spiega Piffero.
In passato il club gaúcho ha prodotto campioni del calibro di Falcão e Dunga. In tempi più recenti è stato il turno di Lucio e, praticamente ieri, di Pato (“un’autentica manna dal cielo - confida il presidente – tutti i milioni incassati per il suo passaggio al Milan”).
A breve sarà invece il turno di Giuliano, 20enne centrocampista già entrato nel giro della Seleção dopo aver fatto tutta la trafila nelle categorie giovanili e recentemente eletto miglior giocatore dell’ultima coppa Libertadores.
Grazie alla sua futura cessione arriveranno sicuramente un bel po’ di soldi, probabilmente più dei circa 10 milioni di euro incassati in estate per la cessione dell’altra stella coltivata in casa “colorada”: Sandro, finito al Tottenham. E in rampa di lancio ci sono già i campioni di domani.
Almeno due: Oscar (19) e Marquinhos (20), rispettivamente fantasista e attaccante, che pochi giorni fa hanno trascinato l’under 23 alla conquista del campionato di categoria senza mai perdere un incontro e che con ogni probabilità saranno aggregati al gruppo che tenterà l’assalto al titolo Mondiale.
Adriano Seu
quinta-feira, 2 de dezembro de 2010
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